sabato 7 maggio 2011

Coprifuoco in Tunisia, le nuove paure

Questa doveva essere una serata tranquilla. Ci preparavamo ad una cenetta romantica a Sidi Bou Said ristorante con vista sul mare. Prenotato tavolo accanto alla vetrata prinicipale del Au Bon Vieux Temps. Eravamo sul punto di uscire dalla porta. Un sms di una collega tunisina fa sfumare l'occasione "Coprifuoco dalle 21 di stasera a domani alle 5". Manca mezz'ora, chi dei nostri amici puo' esser in giro?. Inizia il tam tam dei messaggi, facebook, twitter. Ripercorriamo i momenti vissuti nelle giornate calde di gennaio. Scopriamo che oggi e' stata una giornata molto animata in centro citta'. Mentre noi con famiglia ed amici ci crogiolavamo al sole e giocavamo col vento sulla spiaggia di Gammarth, ad Avenue Burghiba venivano sparati lacrimogeni, volavano botte, spari di avvertimento. Sono due giorni che Tunisi e' in fervento, in seguito alle dischiarazioni del ex-Ministro degli interni. Il quale ha affermato (e non e' il solo) che il vecchio partito e' ancora infiltrato nel potere e che si prepara un colpo di stato in caso di vittoria di Ennadha, il partito islamista nelle prossime elezioni. In molti chiedono le dimissioni del governo, la fine delle infiltrazioni del partito nei punti nevralgici di potere, la necessita' di una nuova rivoluzione. Ormai da settimane avevamo imparato a convivere con varie proteste. Sono espressioni delle rivendicazioni quotidiane di un popolo represso per 20 anni. Spesso pero' sono strumentalizzate da chi vuole creare chaos e vuole far rimpiangere il passato. Comme commentavo oggi con il panettiere del quartiere, citando una famosa frase "per fare una frittata bisogna pure rompere le uova".
Il richiamo al coprifuoco apre ora uno scenario incerto. Forse un opportunita' per prendere fiato, riconoscere che la transizione non e' del tutto avvenuta. Un'opportunita' per tutti di rinunciare ad uscire facendo finta di nulla, e di stare a casa e riflettere... E che la notte porti consiglio.

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