sabato 6 agosto 2011

Turismo in Tunisia durante Ramadan? Si grazie

Molti lettori e amici continuano a chiederci come vanno le cose in Tunisia, se sia sicuro viaggiare per il paese e cosa puo' aspettarsi un turista durante questo periodo "caldo"...in tutti i sensi. Nessuno puo' negare che la sicurezza in Tunisia sia peggiorata, se confrontata con la "supersicurezza garantita" durante il regime, come accade in molti stati di polizia. Oggi e' un paese normale. Si sentono storie di furti, come un po' ovunque. Il "morto" di Sidi Bouzid (non la nota meta turistica di Sidi Bou Said) e' stato un caso alquanto isolato e comunque legato (senza per questo giustifarlo) ad una protesta assai importante. E' una localita' fuori o difficilmente inclusa nei circuiti turistici a circa 4 ore di strada da Tunisi. Ma il motivo piu' stimolante per venire in Tunisia e' che si respira la storia, un'effervescenza mai vista, un'esplosione di eventi culturali. Il fatto che nel mese di Agosto si festeggi il Ramadan, non puo' che esser un'altra opportunita' di scoperta per il viaggiatore. Se durante la giornata e' difficile trovare ristoranti aperti (a parte quelli degli hotel), la sera dopo la rottura del digiuno, l'intera Tunisia si riversa nelle strade per festeggiare, in un clima allegro e spumeggiante. Persino la medina di Tunisi (mai molto frequentata la sera durante l'anno), si "accende". E' un'esperienza unica. Un'altro grande vantaggio e' che le spiagge sono vuote (difficilmente occupate da chi digiuna e non puo' bere per tutta la giornata) e quindi si possono godere delle meraviglie della costa tunisina, lontano dalle calche estive tipiche di molte localita' balneari Italiane
A raccontare l'esperienza del Ramadan, e' anche Irene Panighetti, una delle lettrici del blog e del nostro libro. Irene voleva scoprire la nuova Tunisia e i misteriosi Italiani di Cartagine, per questo ci ha contattati poco prima di partire, senza tour operators ma all'avventura, con tanta voglia di conoscere. Passare il ramadan in un paese arabo è un’esperienza da fare - racconta Irene - E' molto interessante ed importante se ti interessa entrare e scoprire il paese che ti ospita. E se qualcuno lo sconsiglia non bisogna dargli retta. Non sono musulmana, né religiosa, anzi sono razionalista e materialista. Eppure è il mio terzo ramadan in un posto a maggioranza musulmana: i primi due sono stati in Palestina, in Tunisia è la prima volta. Ho scelto ilquesto come periodo per il mio viaggio perché la religione, che piaccia o meno, fa parte della storia e delle tradizioni di tutti i paesi. Così come il natale mi coinvolge, in quanto italiana, non solo dal punto di vista religioso ma anche sociale e economico. Sotto natale anch’io sento il clima, partecipo alle tradizioni. Così è bene vivere le tradizioni del ramadan, tra chi le sente dal punto di vista religioso, e chi le "subisce" come fenomeno sociale. Si vede la vita delle persone, quella quotidiana, dalla spesa per l’iftar, ai regali. E poi è interessante anche l’aspetto filosofico, per non dire teologico, dell’evento: i ragionamenti sul fatto che non deve essere vissuto come sacrificio ma come purificazione, condivisione, piacere perfino. Le osservazioni economico-sociali fanno scoprire come funzionano i meccanismi di psicologia sociale, dall’incetta di alcuni cibi nei supermercati, come la verdura, i latte o i datteri che servono per i momenti tradizionali della cena. Insomma, chi può scegliere visiti un paese musulmano durante il Ramadan e porti al ritorno l’esperienza e le osservazioni che possono essere uno strumento prezioso di comprensione, ma soprattutto di convivenza consapevole e serena con i musulmani che vivono in Italia, in Francia o in altri posti di tradizione cristiana". Senti il racconto di Irene, che parla anche dell'attualita' in Tunsia, clikkando su questo link

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