martedì 6 settembre 2011

Tunisia: ancora sangue e coprifuoco

L'apparente calma di Cartagine viene disturbata per la terzo giorno consecutivo dagli SMS dell'unita' di crisi italiana: Coprifuoco serale a Sbeitla e a Douz, due note destinazioni tursitiche al centro-sud del paese. Da ieri, anche Metlaoui, citta' del bacino minerario di Gafsa (vedi mappa) e' sotto coprifuoco serale. Il bilancio del weekend e' di 2 morti e vari feriti. "Dopo la rivoluzione le cose sono peggiorate" - ci aveva commentato un cameriere di Korba questo weekend, riferendosi alla situazione della sicurezza. E' contento della fuga di Ben Ali, "ma il paese e' allo sbando". E' difficile anche da qui, capire le cause di queste violenze. Secondo Rabih "e' la mano di Ben Ali, che semina terrore in modo tale da mostrare che prima almeno il paese era calmo" - una strategia altamente pericolosa, ma che sembrerebbe portare i frutti. Molti puntano sull'assenza di controllo del territorio puntando il dito sula polizia, che - in buona parte screditata dopo esser stata per un ventennio il braccio operativo di controllo di Ben Ali - appare oggi allo sbando. Oggi ci si attende una protesta del corpo di polizia a Avenue Bourghiba, rivendicando salari piu' alti e trattamento piu "equo" nei processi contro i crimini commessi dalla polizia durante la rivoluzione. Per ora il Nord del paese continua in una calma apparente. Si continua ad andare al mare, a discutere di politica e andare ai caffe', ma dal Sud - dove tra l'altro e' nata la rivoluzione - la realta' e' quanto mai tesa.


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